Nascita del lifting facciale
Dopo il 1900, il perno delle innovazioni estetiche diviene, oltre al corpo etnicamente caratterizzato, l’ invecchiamento del viso. Le prime relazioni di chirurgia estetica riguardanti l’invecchiamento risalgono alla prima decade del XX secolo. Nel 1901, secondo il suo resoconto di molto posteriore, il chirurgo e storico culturale tedesco Eugen Hollander (1867-1932) effettuò la prima ritidectomia, o lifting facciale, sul viso di una nobile polacca. Il suo racconto è fondamentale per capire il ruolo giocato dai pazienti nell’approccio terapeutico effettuato dai chirurghi estetici. In effetti, così come i pazienti di Jacques Joseph (1865 -1934) si recavano da lui lamentandosi delle orecchie o del naso proprio o dei figli, allo stesso modo suggerivano come questi problemi avrebbero potuto essere corretti. Stava naturalmente al chirurgo elaborare le tecniche specifiche e le incisioni, visualizzando i risultati per mezzo di modelli estetici.
Nel caso di Hollander la situazione fu in qualche modo diversa, ma ancor più esemplare, poiché la paziente gli fece richieste molto specifiche, mostrando un disegno che illustrava quanto e come la pelle del viso andasse rimossa davanti all’orecchio, mentre il solco naso-labiale e gli angoli della bocca avrebbero dovuto essere tesi. Inizialmente Hollander non voleva seguire i suggerimenti, ma fu persuaso dalla donna a cambiare parere; rimosse allora piccole quantità di pelle lungo la linea dei capelli e dietro le orecchie, effettuando inoltre nella parte superiore del viso alcuni cambiamenti minori che resero felice la sua paziente. Nel 1906 anche il chirurgo tedesco Erich Lexer (1867-1937) praticò un intervento simile su un’attrice: durante la notte, la pelle del viso veniva immobilizzata applicando un nastro sulla fronte e tirandolo forte con strisce di gomma sulla cima del cranio: questo allungò la pelle e creò pieghe trasversali sopra le arcate degli zigomi, fornendo un modello per l’esecuzione di questo tipo di intervento correttivo. Lexer rimosse le incisioni cutanee a forma di S dalle tempie, da dietro le orecchie e lungo la linea dei capelli, ottenendo quello che lui stesso definì un successo.
Oggi il lifting facciale è cambiato radicalmente in meglio. Il lifting facciale odierno è maggiormente basato sui risultati e sulla scienza e abbiamo un’idea molto più chiara di cosa funziona e cosa non funziona. Vogliamo risultati naturali in modo da sapere di tirare la pelle in una direzione naturale, che sia verticale invece di tirarla indietro. Siamo consapevoli che il tessuto sottostante deve essere teso in una direzione simile al naturale e sappiamo anche che una parte dell’ invecchiamento implica la perdita di volume. Senza dubbio siamo diventati più raffinati e più aggressivi con quello che possiamo fare oggi con un lifting facciale.